Tutto sembra essere pronto per il primo rialzo dei tassi Fed Funds dal 2006 ad oggi. La maggior parte dei governatori della Federal Reserve ha infatti dichiarato di essere concorde nel riavviare la macchina del rialzo dei tassi di riferimento già nella prossima seduta di metà dicembre. E se i verbali del FOMC (Federal Open Market Committee) valgono qualcosa – e valgono! – significa che tra meno di un mese la Fed riuscirà finalmente ad approvare il rialzo del tasso benchmark dal minimo storico attuale di 0-0,25%, livello cui i tassi Fed Funds si erano accomodati dal dicembre 2008.

I verbali, ad ogni modo, non danno certezze al 100%. Tuttavia, leggere che al loro interno si fa riferimento a tale mossa in modo esplicito e che si dichiara che “le condizioni possono essere raggiunte entro la prossima riunione”, va di pari passo con l’evidente diminuzione dei timori sull’economia mondiale e il confortante riscontro dei buoni dati macro sul fronte inflazione e lavoro.

In relazione alla criticità economica internazionale, il debole andamento al di fuori degli Stati Uniti era stata una delle principali determinanti che avevano bloccato il rialzo dei tassi di interesse già nella riunione di settembre. Un atteggiamento prudenziale – quello del rinvio del rialzo tassi – che tuttavia già ad ottobre, nella riunione FOMC, era stato sostenuto da un maggiore ottimismo.

Tutto bene dunque? Tra il 15 e il 16 dicembre avverrà l’attesa svolta dei tassi?
In realtà, come già anticipato, di sicuro non vi è nulla, tanto che dai verbali emerge anche come alcuni membri (non quantificati) hanno notato che i rischi al ribasso dall’estero sono ancora significativi. Tuttavia, l’ottimismo dei mercati finanziari sembra essere prevalente, e la buona reazione dopo la pubblicazione dei verbali FOMC supporterà probabilmente la scelta dell’aumento.