Fed lascia tassi invariati, ecco cosa è accaduto

Dopo lungo tentennare, la Federal Reserve ha scelto di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento. Dunque, il costo del denaro rimane ai minimi storici, per una decisione - quella del FOMC, il braccio "operativo" dell'istituto monetario a stelle e strisce - che ha contribuito a pacificare le tensioni che si erano create nei giorni precedenti, quando l'ago della bilancia decisionale sembrava quanto mai aleatorio.

Lontani, lontanissimi, sembrano ora i tempi del 2007: il 18 settembre di quell'anno, in piena crisi determinata dallo scoppio della bolla dei mutui subprime, il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke decise di tagliare il costo del denaro con un abbassamento di mezzo punto percentuale (erano al 6,25%). Oggi i tassi sono invece tra lo 0 e lo 0,25%, per i minimi mai toccati nella storia della Fed, e che si preannunciano poter essere confermati anche per i prossimi mesi, fino ad almeno la sessione finale d'anno o - per i più pessimisti - quella iniziale del 2016.

In una nota, la Federal Reserve ha poi spiegato le motivazioni per cui ha scelto di confermare l'attuale livello dei tassi di interesse di riferimento, sottolineando come l'attività economica degli States si espanda a ritmo moderato e che, anche se si registra un buon rafforzamento del mercato del lavoro (con i senza lavoro vicini al 5%), non è ancora giunto il momento di ritoccare al rialzo i tassi di riferimento poiché le aleatorietà internazionali giocano un ruolo molto incisivo. Insomma, come a dire che le crisi della Cina e di altri mercati degli ultimi mesi hanno comunque pesato - e non poco - sulla possibilità di assumere una decisione concordante.

Rimane ora da comprendere cosa accadrà nel prossimo futuro. È molto improbabile che vi possano essere novità nel mese di ottobre, mentre è più probabile che i tassi - salvo sorprese macro negative - siano ritoccati al rialzo nell'ultima occasione del 2015.